Tenere insieme le nuove pulsioni popolari rispetto a temi come questi di carattere internazionale, pare assai difficile.
Questo sentimento indipendentista, è altrettanto vivo in Sardegna anche per le continue rotture o meglio distanze tra il centro (governo nazionale) e Isola.
Anche qui come per la Corsica, la politica nazionale dedica poco tempo e spazio alla questione sarda, che rimane sospesa tra sentimenti di carattere identitario molto forti e un bisogno imminente di adeguare lo Statuto autonomo rispetto alle sfide del XXI secolo.
In questi anni si è aperto un confronto che si è intensificato, anche dopo la questione Corsa, su alcune idee guida, come indipendentismo e autonomismo e su un nuovo sovranismo, che rafforza il fatto che la Sardegna non avrebbe poi tanto da perdere rispetto a una situazione completamente nuova che partirebbe da un terreno libero da mediazioni, per quanto riguarda la trattativa per un patto tra la Sardegna e le altre nazioni europee, compresa l’Italia.
Queste sono, certamente, questioni lontane dal dibattito politico nazionale, ma vive tra la gente che inizia a diffidare del governo italiano, che troppo spesso tratta la Sardegna come una semplice colonia da sfruttare e dissanguare.
Le esercitazioni militari di questi giorni che hanno interessato vaste aree dell’Isola vanno nella direzione sopradetta, alimentando ulteriori tensioni tra la popolazione sarda.
Ci sono però in chiusura punti in comune tra una nuova idea sovranista e l’autonomismo, e cioè il fatto che la comunità sarda sia “imprigionata” da fenomeni esterni, come il governo nazionale e da capitalisti senza scrupoli, come le società finanziarie multinazionali che impediscono ai sardi di crescere e di svilupparsi in piena autonomia e libertà.