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giovedì 4 agosto 2022

Questione comunista o questione della rivoluzione in Occidente?

di Sandro Valentini

Quando sostengo la necessità di un nuovo soggetto politico per l’Italia e per l’Europa non ripropongo la questione comunista, anzi uso raramente la parola comunista e solo in occasione di riferimenti storici. Sono fermamente convinto che non è tramite il rilancio di un movimento comunista che si possa uscire dalla situazione di subalternità al pensiero liberale. Non è che non consideri le esperienze in cui i comunisti svolgono un ruolo importante, decisivo, strategico. Per esempio in Cina, in Russia, in Vietnam, a Cuba e in altri paesi, ma non è un caso che queste esperienze, tolte delle eccezioni, siano vive, influenti, contino in paesi non occidentali e siano espressione di complessi processi storici, che piaccia o no, si riflettono e pesano nello scenario internazionale.

D’altronde occorre avere in mente la storia. Lenin trasforma la fazione bolscevica del Partito socialdemocratico russo in Partito comunista e fonda sulla spinta dell’Ottobre l’Internazionale perché è certo del trionfo anche in Occidente, nel breve periodo, della rivoluzione. I partiti comunisti non nascono dunque per condurre una battaglia di lunga lena, non era questa la prospettiva indicata dai comunisti russi, ma per fare da subito la rivoluzione in quanto imminente. I partiti comunisti, solo alcuni anni dopo la loro nascita, che tra l’altro coinciderà con la loro sconfitta in Europa, cercheranno – e solo pochi ci riusciranno – di riorganizzarsi per darsi una politica di lungo respiro, che avrebbe dovuto tenere conto del ripiegamento del Pcus, con Stalin, sul socialismo in un solo paese. In sintesi è stato questo il contesto storico che portò alla nascita dei partiti comunisti, ma questo contesto è superato e quindi sarebbe una pessima iniziativa cercare di riproporlo a distanza di un secolo, con il nuovo millennio. Non è sufficiente avere un nome e una storia gloriosa per continuare a essere necessari! Occorre rivisitare dunque una serie di categorie, elaborate da Marx, Engels, Lenin e Gramsci, ma anche dal Pci di Togliatti, magari in parte per riaffermarle, cercando però di aggiornarle, altre volte per correggerle rispetto alle trasformazioni del capitale, infine, in qualche caso, per consegnarle alla storia poiché superate. Non è mia intenzione gettare all’ortiche, come molti hanno fatto a sinistra, due secoli di storia del marxismo e di lotte del movimento operaio.

giovedì 30 giugno 2022

La NATO minaccia il mondo


Il documento strategico sottoscritto dal vertice NATO di Madrid minaccia il mondo.
I guerrafondai che ancora parlano di una alleanza difensiva sono smentiti da un documento di una aggressività senza precedenti. La Russia viene definita nemico principale, evidentemente da sconfiggere, e la Cina è presa di mira in quanto agli antipodi dei "valori" occidentali. Ma è tutto il pianeta che viene sottoposto a durissima critica e quindi a un eventuale intervento del Patto Euro-Atlantico: dall’Africa, al Medio Oriente e all’Indocina. La  NATO insomma  proclama la sua intenzione di intervenire a sostegno dei propri interessi, sicurezza, valori, contro tutti i paesi che considera nemici. 

domenica 26 giugno 2022

La tendenza verso un mondo multipolare è definita dalla lotta di classe

di Danny Haiphong, Condirettore del sito Friends of Socialista China

Nell'era post-sovietica, è diventato di moda spogliare tutti gli sviluppi geopolitici delle loro radici di classe. Le guerre sono state spiegate dalla propaganda borghese: la guerra al terrore, la competizione tra grandi potenze e questioni di "sicurezza nazionale". La crisi ucraina è un esempio calzante. L'operazione militare russa in Ucraina è stata etichettata come una guerra senza motivo dai detrattori occidentali. Ma sotto la cacofonia dell'ideologia e della propaganda capitalista c'è una lotta di classe che si sta verificando sulla scena globale per il multipolarismo in cui il conflitto Russia-Ucraina è solo un punto critico.

giovedì 23 giugno 2022

L'Occidente è davvero unito?

di Sandro Valentini

La propaganda di regime - ormai la si deve definire in questo modo - tutti i santi giorni ci parla della unità di intenti della UE e della compattezza della Nato a sostegno della Ucraina nel conflitto con la Russia. Ma le cose stanno davvero così?

A un occhio attento ci sono troppe questioni che non tornano, che quantomeno evidenziano contraddizioni sempre più acute e gravi, che potrebbero mettere in discussione il sistema politico, economico, finanziario e persino militare in Europa dal dopoguerra a oggi, e che pareva inarrestabile dopo il crollo dell'Urss.

Andiamo per grandi capitoli.

Il primo. A me pare che sia entrato in crisi, o quantomeno si è fortemente appannato, l'asse strategico tra Francia e Germania. Sono diverse le  contrapposizioni tra le due maggiori potenze  in diversi scenari europei e del mediterraneo. In Libia in primo luogo, dove la Germania sostiene di fatto  l'iniziativa espansionistica della Turchia. Anzi, proprio con Ankara Berlino ha un rapporto privilegiato che si manifesta in tutta la sua pericolosità nella crisi turco-greca, con la Francia, al contrario, che sostiene, anche con ingenti aiuti militari, quest'ultima. È una crisi che potrebbe paralizzare e aprire problemi non di facile soluzione alla Nato. 

martedì 14 giugno 2022

Chi sta vincendo il conflitto?

di Stefano Orsi

Dobbiamo intanto chiarire che non ci troviamo di fronte ad una guerra scoppiata il 24 febbraio ma ad un conflitto iniziato 8 anni fa.

Compreso questo importante fattore possiamo iniziare ad analizzare l'attuale tendenza.

Otto anni fa la Russia scelse di rispondere ad un appello delle istituzioni della Crimea che chiedevano aiuto per evitare che le autorità golpiste di Kiev inviassero contro di loro i famigerati battaglioni punitivi.

Le truppe russe, già presenti in Crimea per via delle basi navali, e altre unità giunte dalla madrepatria intervennero e nel giro di poche ore presero il controllo della Repubblica autonoma mettendone in sicurezza i confini.

Non ci furono quindi a Sebastopoli le stragi viste a Mariupol, a Odessa, e gli assedi di Sloviansk o Kramatorsk, e poi i combattimenti di una guerra civile durata, nella sua fase cruenta, più di un anno.

domenica 12 giugno 2022

Una guerra, tante guerre

di Sandro Valentini

Lo scenario apertosi con l’operazione militare russa in Ucraina ha spalancato le porte a un nuovo tornante della storia. Un tornante che nel corso di un secolo capita una o due volte. Non c’è più un ordine mondiale definito, quello unipolare a guida statunitense. Le grandi aree geopolitiche sono in conflitto e lo scontro è tra chi, come l’Occidente, vuole mantenere il vecchio ordine imperialistico e chi, in particolare l’asse russo-cinese, vuole realizzare nuovo ordine mondiale multipolare. 
Questa guerra è dunque il concentrato di molte guerre, come una sorta di matrioska, al cui interno troviamo: un conflitto civile nell’Ucraina determinato dalle spinte separatiste delle popolazioni del Donbass, dopo che per otto anni sono state perseguitate dal Governo reazionario di Kiev; un conflitto fra Stati, determinato dall’operazione militare russa; un conflitto tra l’imperialismo Usa, oggi dominato dal capitale finanziario e il blocco politico e militare russo-cinese, che pur diversi nella forma economica, uno a capitalismo monopolistico di Stato e l’altro a orientamento socialista, si contrappongono a un Occidente guidato dagli Stati Uniti e dalla Nato, che vorrebbe perpetuare il controllo economico e finanziario sull’intero pianeta; poi c’è l’acuirsi, con le sanzioni economiche alla Russia, delle contraddizioni interimperialistiche tra la Ue, in cui è influente il ruolo del capitale franco-tedesco, e gli stessi Usa; infine, si intravede la possibile guerra futura che vedrà in campo gli Usa e  la Cina.

martedì 7 giugno 2022

Il sostegno dei comunisti all'operazione militare in Ucraina

di Roman Kononenko

Membro del Presidium del Comitato Centrale del PCdFR e Segretario Generale della regione di Leningrado (articolo trasmesso e tradotto da Giovanni Petriccioli).

L'operazione militare speciale del Ministero della Difesa russo in Ucraina è la conseguenza di un aspro confronto tra il capitale finanziario americano (USA) e il capitalismo monopolistico russo, che rivendica il suo posto al sole. L'Ucraina, fascistizzata da un rinnovato nazionalismo borghese rianimato e dai servizi segreti di Stati Uniti, Regno Unito, Canada e altri, è solo uno strumento di questo confronto. Evitare di analizzare e valutare questi eventi aggirando la dottrina leninista dell'imperialismo significa negare di trovarsi nel gorgo di un nazismo liberale e speculativo.

In questa prospettiva, chiediamoci: perché il CPRF - il partito che lotta per gli interessi delle masse proletarie e semiproletarie dei lavoratori - ha sostenuto l'operazione militare speciale in Ucraina?

venerdì 3 giugno 2022

Rapporti internazionali, sanzioni e scontro militare. Chi perde e chi vince dal conflitto in Ucraina

di Leonardo Masella

Quando nel 2003 la Cia costruì e diffuse in Europa la bufala-pretesto delle armi di distruzione di massa di Saddam per eliminare il dissenso di Francia e Germania e per iniziare e proseguire la guerra di aggressione all’Iraq, nelle manifestazioni per la pace dicevamo: “Se vogliamo trovare le armi di distruzione di massa bisogna andare a Washington !”. Cioè: è proprio tutto il contrario di ciò che raccontano oltre oceano. Oggi è ancora peggio. Anche perché la guerra alla Russia è una partita molto più decisiva e impegnativa di quella all’Iraq. E’ completamente falsa la tesi che la Russia stia perdendo sul piano diplomatico, così come è completamente falsa la narrazione che la Russia stia perdendo sul piano economico. E infine, nelle ultime settimane è emerso chiaramente che è proprio il contrario che la Russia stia perdendo sul piano militare e gli ucraini fedeli a Zelensky stiano vincendo.

La Cia ha lanciato tre tesi per vincere le perplessità di Francia e Germania che avevano in questi 8 anni dal 2014 sottoscritto gli accordi di Minsk con la Russia facendo arrabbiare gli americani che dettero l’ordine al governo ucraino di farli saltare sistematicamente:

1) La Russia è isolata nel mondo. Questa tesi è apparsa subito una frottola quando fu approvata la condanna dell’Onu. Nell’analisi del voto al Consiglio di Sicurezza ONU, i contrari e gli astenuti esprimono il 44% della popolazione mondiale, i favorevoli il 10% circa della popolazione del pianeta.

domenica 29 maggio 2022

Per un nuovo ordine mondiale e multipolare

Relazione al seminario di Roma del 18 maggio e del seminario di Oristano del 21 maggio.

di Sandro Valentini

Con la guerra tra Russia e Ucraina siamo a un tornante della storia. Uno di quelli che si presentano una o due volte al massimo nel corso di un secolo. Un tornante destinato a segnare le sorti dell’umanità per i prossimi decenni. Allora è poco interessante discutere qui tra noi se Putin ha fatto bene o ha sbagliato a intraprendere questa operazione militare; se la radicalizzazione del conflitto, sfociato in scontro militare aperto, poteva essere evitato e come poteva essere evitato. Voi tutti sapete qual è la mia opinione ma non è questo il tema al centro del nostro seminario. Noi sappiamo che da almeno un decennio l’amministrazione americana, prima con Obama e poi con Biden, con la parentesi di Trump che si è scagliato prevalentemente contro la Cina, ha condotto una politica di allargamento aggressivo della Nato ad est, inglobando tutti i paesi dell’ex Patto di Varsavia e alcune repubbliche ex sovietiche. L’Ucraina è un altro fondamentale tassello di questa politica, e anche il tentativo di destabilizzare la Bielorussia, con la ennesima “rivoluzione colorata”, rientrava in questo disegno. Ma nel contempo oramai da anni si è consolidato un asse strategico russo-cinese, che si è manifestato in molte occasioni di crisi, nel corso di questi anni, nei rapporti con l’Occidente. Un asse strategico dunque che non nasce dalla reciproca convenienza del momento, ma ha basi strutturali molto solide. Le sanzioni dell’Occidente alla Russia, a dire la verità in questi anni sempre portate avanti con determinazione, ma che ora non hanno precedenti nella storia, hanno accelerato un processo che era in atto, evidenziando drammaticamente lo scontro tra Russia e Cina con l’Occidente, in particolare con gli Usa.